Uno scenario reale — il caso Ponte sullo Stretto
Negli ultimi mesi la Corte dei Conti ha formalmente sospeso l’iter autorizzativo del Ponte sullo Stretto. La Sezione centrale di controllo di legittimità ha negato il “visto di legittimità” alla delibera del CIPESS — approvata ad agosto 2025 — che dava il via libera al progetto definitivo dell’opera. Di conseguenza, la registrazione in Gazzetta Ufficiale non è avvenuta, e l’efficace avvio dei lavori è bloccato.
Le ragioni che hanno indotto la Corte a questa decisione sono numerose.
In sintesi:
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Documentazione definita insufficiente, non completa e in alcuni casi incoerente, sia sotto il profilo tecnico-amministrativo sia sotto quello economico-finanziario. Policy
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Dubbi sull’adeguatezza delle coperture finanziarie, sulle stime di traffico previste e sulla sostenibilità del piano tariffario.
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Non conformità rispetto alle normative europee ed ambientali — in particolare la deroga avanzata per ragioni di “interesse pubblico prevalente” (IROPI) è stata considerata inadeguatamente motivata e priva di un’istruttoria tecnica coerente in relazione alla tutela dei siti Natura 2000.
Dal punto di vista amministrativo e giuridico, la Corte ha quindi evidenziato che non è sufficiente una dichiarazione di “pubblica utilità”: occorre un dossier completo, coerente, trasparente e rispettoso dei vincoli ambientali e procedurali.
Questo scenario — di blocco per carenze procedurali e normative — non è un’eccezione, ma rappresenta oggi una situazione del tutto comune quando si tratta di opere infrastrutturali su larga scala, specialmente se interessano aree protette o soggette a vincoli ambientali.
È esattamente contro questi scenari critici che il metodo tecnico-giuridico che illustreremo in questo articolo assume senso e valore.
Metodo corretto per alternative, mitigazione, compensazione e IROPI
Le grandi infrastrutture strategiche possono essere autorizzate anche in presenza di aree Natura 2000, a condizione che la procedura sia svolta correttamente, secondo l’art. 6 della Direttiva Habitat.
Il punto non è mai “fare o non fare l’opera”, ma seguire alla lettera i passaggi tecnici, ambientali e giuridici richiesti dalla normativa europea.
Nel caso di opere ad altissima rilevanza strategica, i tecnici avrebbero dovuto svolgere un percorso basato su quattro pilastri: alternative, mitigazioni, compensazioni e IROPI.
🟦 1. Analisi delle Alternative (il punto cruciale)
Il primo obbligo, previsto dall’art. 6(3)-(4) della Direttiva Habitat, consiste nel dimostrare che non esistono alternative ragionevoli con minore incidenza sui siti Natura 2000.
Nel caso di grandi opere, questo significa:
✔ Dimostrare in modo chiaro che le alternative non garantivano funzionalità strategica
Come:
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tunnel sottomarini non idonei per sicurezza, manutenzione e vulnerabilità
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varianti di tracciato inefficaci sui tempi di percorrenza
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sistemi multimodali non equivalenti
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alternative tecniche incapaci di garantire continuità ferroviaria
➡ Questa parte era facilissima da dimostrare, perché i dati infrastrutturali e logistici parlano da soli.
🟦 2. Le Mitigazioni (cosa andava inserito nel progetto)
Per un’opera di questa scala, la normativa richiede un pacchetto di misure di mitigazione robuste e tecnicamente avanzate, quali:
✔ Radar e sistemi anticollisione per avifauna
✔ Verniciature anti-riflesso delle strutture
✔ Tracciamento e modellazione delle rotte migratorie
✔ Riduzione dei fasci luminosi notturni
✔ Cantiere stagionalizzato sulle fasi biologiche sensibili
✔ Tecnologie di riduzione del rumore subacqueo
✔ Ottimizzazione degli approdi e delle aree di interfaccia costa–mare
➡ Queste misure non bloccano l’opera, la rendono compatibile.
🟦 3. Le Compensazioni (la parte più sottovalutata)
Se l’opera incide comunque sui siti Natura 2000, è obbligatorio proporre compensazioni reali, proporzionate e permanenti, per ristabilire l’equivalenza ecologica.
Esempi:
✔ Ampliamento di ZSC e ZPS esistenti
✔ Rinaturalizzazione di aree costiere e di foce
✔ Finanziamento di progetti LIFE su habitat equivalenti
✔ Protezione permanente di nuove aree naturali
✔ Ripristino di fondali in zone non impattate
➡ Devono essere compensazioni di pari valore ecologico, non misure “ornamentali”.
🟦 4. Il Dossier IROPI (Motivi imperativi di rilevante interesse pubblico)
È il documento più delicato, ma anche il più forte, quando fatto bene.
Serve a dimostrare che l’opera risponde a motivi:
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socio-economici
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infrastrutturali
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di sicurezza
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di interesse nazionale
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di rilevanza europea
Un dossier IROPI corretto avrebbe dovuto evidenziare:
✔ ruolo dell’opera nella rete TEN-T
✔ necessità della continuità ferroviaria nazionale
✔ impatto socio-economico macroregionale
✔ integrazione nei corridoi europei
✔ benefici pubblici non conseguibili con alternative diverse
➡ Con un dossier così costruito, la procedura sarebbe stata inattaccabile anche in sede UE.
Conclusione
Non è la presenza di un sito Natura 2000 a impedire la realizzazione di un’opera strategica.
In Italia e in Europa, opere anche molto rilevanti sono state autorizzate proprio in presenza di vincoli ambientali complessi.
Il vero elemento critico non è il vincolo, ma la qualità del procedimento.
Quando l’iter amministrativo non raggiunge gli stati limiti ultimi richiesti dalla normativa europea e dal controllo giurisdizionale, la procedura diventa vulnerabile — e un’opera strategica può essere sospesa o annullata non per il suo contenuto, ma per come è stata istruita.
Una procedura solida, inattaccabile e “a prova di magistrato” richiede quattro condizioni essenziali:
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analisi delle alternative completa e documentata,
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misure di mitigazione avanzate e proporzionate,
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compensazioni ambientali reali e verificabili,
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dossier IROPI strutturato secondo gli standard europei.
Se questi requisiti vengono rispettati integralmente, la procedura acquisisce una robustezza tecnica e giuridica molto elevata, sufficiente a superare:
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i controlli di legittimità,
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il vaglio delle autorità ambientali,
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le verifiche delle Corti contabili,
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le valutazioni del giudice amministrativo,
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e l’esame delle istituzioni europee.
Una grande opera non si tutela solo progettandola bene:
si tutela costruendo una procedura impeccabile.
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